
Con la sua voce dolce, Liliana aveva insegnato le parole delle due lingue sorelle. Armin, invece, aveva tracciato strade e gettato ponti tra i popoli. Lei veniva dal paese dai confini trasparenti e lui dalla regione dove il riflesso dei laghi è d'argento. Fu al crepuscolo della loro vita che decisero di ritirarsi in un luogo di cui nessuno aveva il ricordo, dove Re Vento, sovrano incontrastato, soffiava sulle colline tra querce e pini marittimi, in cui vivevano in pace volpi, cinghiali e ghiandaie.
Quando, in una notte d'estate tiepida e dolce, vide arrivare Liliana e Armin, il Vento si spaventò, temendo che ancora una volta il suo paradiso perduto fosse rovinato dall'uomo. Provò a cacciarli soffiando una burrasca, come con la gente di San Silvestro mille anni prima. Ma la burrasca allontanò le nubi e scoprì la Luna, che si chinò gentile rischiarando le due figure e disse al suo Re: "Questi fanciulli mi piacciono: si amano. Saranno i guardiani della valle e noi li aiuteremo e li proteggeremo".
Col passare delle stagioni, Armin e Liliana lavorarono duramente per creare il loro giardino vespertino. Piantarono le migliori vigne che la terra potesse accogliere e con ciascun tralcio parlarono dolcemente. Tutti quelli che ne assaggiarono il vino, ne riconobbero la storia: una burrasca di sapori e poi una dolcezza lunare.
Nel suo vagabondare toscano, un mattino Olivier bussò alla porta di Volpaiole, dall'altra parte del suo mondo. Liliana e Armin gli insegnarono a leggere la luna, ad ascoltare il vento e ad accarezzare la vigna. L 'amore, che l'aveva abbandonato, tornò verso di lui sull'eco delle onde del Golfo dei Giganti di Baratti. Là decise di portare il vino sui tavoli dell'orizzonte e di riversarne l'amore nei calici di chi non ne ricordava le virtù.